La battaglia di Palikao

21 settembre 1860, Seconda Guerra dell’Oppio: la battaglia di Palikao.

Le Guerre dell’Oppio furono due. Il primo conflitto durò dal 1839 al 1842, il secondo dal 1856 al 1860. Queste contrapposero l’Impero cinese, sotto la dinastia Qing, al Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, i cui interessi militari e commerciali nella regione erano stati posti sotto il controllo della Compagnia britannica delle Indie orientali. Le guerre, quindi, si scatenarono a causa di profonde dispute commerciali tra i due Paesi. In risposta alla penetrazione commerciale britannica, che aveva aperto il mercato cinese all’oppio proveniente dall’India britannica, la Cina inasprì i propri divieti sulla droga, e ciò scatenò il conflitto.

Sconfitto in entrambe le guerre, l’Impero cinese fu costretto a tollerare il commercio dell’oppio e a firmare con i britannici i trattati di Nanchino e di Tientsin, che prevedevano l’apertura di nuovi porti al commercio e la cessione dell’isola di Hong Kong al Regno Unito. Ebbe così inizio l’era dell’imperialismo europeo in Cina. Numerose altre potenze europee seguirono l’esempio, e firmarono con Pechino trattati commerciali. Gli umilianti accordi con gli occidentali ferirono l’orgoglio cinese e alimentarono un sentimento nazionalista e xenofobo che si sarebbe poi espresso nelle rivolte di Taiping (1850-1864) e dei Boxer (1899-1901).

La resistenza storicamente perpetrata dagli imperatori a ogni tentativo di aprire la Cina all’influenza straniera fu, dunque, stroncata dalle due guerre, a seguito delle quali i colonialisti inglesi imposero al Paese l’acquisto e il traffico della droga da loro coltivata e prodotta. Le guerre si conclusero con una serie di trattati che sanzionarono la cessione agli Occidentali di aree territoriali e di interi quartieri.

In conseguenza delle Guerre dell’Oppio, al popolo cinese si presentò, accanto ai feudatari, un altro sfruttatore da combattere, il capitale straniero. Il valore dei prodotti industriali importati in Cina dalla sola Inghilterra aumentò da 960000 sterline (1840) a 2400000 sterline (1860). In pari tempo aumentò l’esportazione delle materie prime: quella della seta grezza passò da circa 2000 balle nel 1843 a 23000 balle nel 1851; il tè, nello stesso periodo, da 18000000 di libbre, a 100000000 di libbre. L’invasione del capitale straniero, comunque, facilitò la distruzione progressiva dell’economia feudale e rese possibile lo sviluppo di forme moderne di produzione.

La battaglia di Palikao (letteralmente: “La battaglia del ponte di otto miglia”) fu combattuta presso il ponte di Palikao tra le forze anglo-francesi e l’Impero di Qing, durante la Seconda Guerra dell’Oppio, la mattina del 21 settembre 1860. Questa permise alle forze occidentali di conquistare la capitale (Pechino) e di fare progressi importanti per sconfiggere l’Impero Qing.

Le forze anglo-francese marciarono senza incontrare ostacoli dai Forti di Taku, situati nella foce del fiume Hai He, nel distretto di Tanggu, comune di Tianjin, nel nordest della Cina.
I francesi si trovavano da un lato del fiume, gli inglesi dall’altro. Tianjin fu raggiunta il 1° settembre 1860, e di lì furono aperti dei negoziati con Pechino. I negoziatori, guidati dal generale britannico Sir James Hope Grant, furono catturati dalle forze di Qing, e questo portò alla una cessazione immediata dei negoziati.

L’esercito anglo-francese avanzò da Tianjin con un imponente schermo di cavalleria, e una volta raggiunta Chang-Kia-Wan, incontrò l’esercito cinese lungo un fronte di cinque miglia. Quest’ultimo, dopo esser stato sconfitto, si disperse.

Il 21 settembre la cavalleria scorse l’esercito cinese dinanzi un canale che collega Pechino con il fiume Peiho, e di lì prese il via la Battaglia di Palikao. L’esercito anglo-francese attaccò frontalmente, mentre la cavalleria attaccò dalla parte sinistra, costringendo i cinesi a ritirarsi sui due ponti. La forza anglo-francese provocò enormi perdite all’esercito di Qing, intrappolato dal canale. A seguito di ciò, venne invasa Pechino.

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